L'ambiente culturale dei giovani a Trieste
Parte V


Segue da "parte IV"

Con queste battute mi avvio alla conclusione e spendo ancora qualche parola per ipotizzare delle vie d'uscita da queste difficoltà e per lanciare qualche provocazione.

Per quanto riguarda il discorso della mentalità, come già accennato, non esistono bacchette magiche. Ritenere di poter risolvere il problema in breve tempo significherebbe rendere ancora una volta omaggio alla cultura del tutto e subito con risultati deludenti. I passi della maturazione delle persone si misurano in quinquenni, e chi propone scorciatoie vende fumo. Occorrerebbe allora investire nella formazione, ma in una formazione che scompagini il tempio, che non tema di indirizzare le risorse dei laici nel sociale e nel politico; in una formazione che educhi alla preghiera incessante rivelando che il tempo della fede e quello della vita in realtà sono lo stesso tempo. Occorrerebbe scommettere su una formazione ed su una catechesi che non temano di proporre esercizi di discernimento sulle realtà locali, mostrando come il rapporto con il compagno di banco o il collega d'ufficio non è cosa estranea all'adesione di fede a Cristo. Solo promuovendo una comprensione della fede intimamente legata alla comprensione della vita si può pensare di fare cultura e di essere culturalmente significativi. Solo così si può pensare di non ridurre la cultura a vaniloquio accademico ma di renderla al contrario riflessione profonda che fa presa sulla realtà.

Per quanto riguarda il discorso del ripiegamento nel tempio delle risorse giovanili proporrei un interrogativo che diventa una provocazione: quanto le strutture organizzative delle nostre realtà sono d'aiuto alle persone, quanto le attrezzano ad affrontare il mondo e quanto invece queste strutture soffocano le persone, assorbendo le loro energie fino all'ultima goccia? Quanto, nella richiesta delle disponibilità, si preferisce un criterio vocazionale e quanto invece si insegue la logica del tappabuchi, per cui non importa che la persona si realizzi ma piuttosto che la struttura continui a marciare e che l'organico sia completo? La stessa pastorale per la cultura corre il rischio - almeno per i giovani - di essere una struttura in più, una quantità di ore spese in riunioni in più; ancora una volta un tempo sottratto alla presenza nel mondo che però, alquanto paradossalmente, è impiegato interrogandosi proprio sulla presenza nel mondo.

Infine, e concludo, una provocazione che diventa però un appello: se per i giovani è oggi così difficile - e lo è realmente - uscire dal tempio ed avere la forza ed il coraggio di una testimonianza nel mondo, è anche perché incontrano pochi adulti capaci di promuovere atteggiamenti evangelici sul lavoro o comunque nella vita ordinaria. Per noi giovani - uso il noi solo in chiusura, ma penso sia chiaro che mi ritrovo solidale con la generazione del tempio - per noi giovani sarebbe importante incontrare qualcuno che ci testimoniasse che essere presenti come cristiani nella cultura e nel mondo è possibile; e invece molto più spesso incontriamo adulti che, magari con una bonaria pacca sulla spalla, ci dicono "Quando ero giovane anch'io ero entusiasta come te, poi ho imparato che il mondo va diversamente…". Siateci d'esempio: un gesto di fede sul lavoro da parte vostra, una scelta ispirata dalla fiducia in Cristo anziché nell'andamento del mercato vale per noi più di qualsiasi discussione dotta sulla presenza culturale dei cristiani!

Mi auguro di avervi offerto qualche chiave di lettura utile per aprire la discussione sull'ambiente culturale dei giovani; come vi ho segnalato in apertura quest'intervento non voleva essere sistematico né tantomeno esaustivo; mi proponevo semplicemente di evidenziare alcuni aspetti di cui deve tener conto una pastorale che giustamente si preoccupa e si adopera perché la fede della comunità cristiana innervi la cultura della società civile.

Giovanni Grandi
Istituto Internazionale Jacques Maritain
Sezione del Friuli-Venezia Giulia
Executive Secretary
via Torrebianca,13 - Trieste
tel. +39.040.365017
tel./fax +39.040.364409
g.grandi@maritain.org
www.maritain.org