L'ambiente culturale dei giovani a Trieste
Parte IV


Segue da "parte III"

Fin qui allora alcuni tratti della mentalità.
Giustamente si potrà e si dovrà obbiettare che questa mentalità non interessa la totalità dei giovani attivi nella nostra diocesi. Esistono tanti giovani impegnati. Ma siamo sicuri che non siano loro malgrado parte integrante della "generazione del tempio"?
I giovani più attivi nelle parrocchie sono capaci di essere presenza culturale significativa?
Molto spesso accade qualcosa di paradossale: i giovani che colgono il dramma della separatezza e decidono di spendersi nella testimonianza che si fa servizio, raramente riescono ad esprimersi al di fuori del tempio. La maggior parte delle loro energie è assorbita dalle strutture ecclesiali di cui sono collaboratori. Questo fenomeno è particolarmente evidente ad esempio nell'Azione Cattolica. La scelta di mettersi al servizio della pastorale diocesana e quindi delle singole realtà parrocchiali è senza dubbio un'opzione genuinamente ecclesiale; ma quando la pastorale si riduce ad essere parrocchiale e non c'è spazio per una pastorale d'ambiente si crea immediatamente uno squilibrio; il giovane laico, il cui mandato sarebbe quello di trasformare il mondo, si trova a impiegare tutte le proprie energie nelle iniziative intraecclesiali. L'animazione dei più piccoli, la preparazione ai sacramenti, la gestione dell'oratorio e via dicendo sono tutte iniziative lodevoli; ma si tratta sempre di attività svolte nel tempio, all'interno della parrocchia o del gruppo. Il risultato è che molti giovani che non sono presenti "nel mondo" semplicemente perché la maggior parte del loro tempo è impiegato nelle strutture ecclesiali. Quale laico si proporrà nel proprio ambiente di studio o lavoro come rappresentante o quant'altro, se la maggior parte delle sue energie viene già assorbita dalla collaborazione alla struttura ecclesiale?
Ecco allora un altro aspetto della "generazione del tempio": il servizio che scaturisce dall'adesione di fede si esaurisce entro le mura del tempio e di conseguenza la presenza nella cultura, al di fuori del tempio, è fortemente penalizzata. Uno dei punti deboli della Missione Giovani è stato anche questo: le migliori risorse giovanili della Diocesi sono attualmente già impegnate ad intra e non è pensabile uno sforzo ad extra, a meno di non creare vistose falle nelle iniziative attivate nelle realtà parrocchiali.

Accanto al problema della mentalità c'è dunque anche un problema di destinazione delle risorse: sono due aspetti che una pastorale della cultura non può trascurare. Se da una parte occorre investire in formazione per ricucire lo strappo tra la fede e la vita, dall'altra bisogna avere il coraggio di incoraggiare i giovani laici a prendere il loro posto nel mondo e non solo nel tempio.

I giovani e la cultura: segue la parte V