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3 agosto 2003, domenica
Partenza da Il Cairo e arrivo ad Aswan. Visita della diga di Aswan, del tempio di Philae e dell'Isola Elefantina

h. 06.00 - Il Cairo
Dopo un'abbondantissima colazione, stiamo ripartendo per l'aeroporto. La nostra guida ci ha confermato che Il Cairo è una città viva ventiquattro ore su ventiquattro. Le famiglie viste questa notte sui prati stavano proprio cenando, approfittando della relativa frescura (30° C) della notte.

h. 10.14 - Aswan
A quasi ventiquattro ore dalla nostra partenza da Novara, siamo arrivati alla prima tappa del nostro viaggio. Primo assaggio del deserto: sabbia che invade le strade portata dal vento. Sabbia gialla, rocce nere o rosse, cielo di un azzurro quasi bianco. Dove l'acqua del Nilo tocca il deserto guidata dalla mano dell'uomo esplode il verde e la vita.

Aswan era anticamente la fine dell'Egitto, snodo commerciale di fondamentale importanza tra il nord e il centro Africa per il traffico delle spezie e degli schiavi. Con la visita della diga di Aswan (che ha dato origine al grande lago Nasser) cominciamo a capire il valore dell'acqua e del Nilo in particolare per la storia di questo popolo.

Visita della approfondimento diga di Aswan: La immagine diga di Aswan rappresenta uno degli elementi più controversi dello sviluppo dell'Egitto contemporaneo.Secondo la nostra guida (Fawzi) la diga ha dato la vita all'Egitto permettendo di avere fino a quattro raccolti all'anno. Prima della diga l'agricoltura dipendeva dalle piene del Nilo. Queste duravano quattro mesi, sommergendo e distruggendo tutto ciò che era costruito nella valle del fiume. La necessità di regolamentare e controllare le piene risale già agli inizi del 1.800 quando un ingegnere albanese dell'esercito turco (Moahmehd Alì) costruì le prime chiuse sul fiume. Allora (era il 1820) iniziò la rivoluzione agricola dell'Egitto.

L'attuale diga risale alla seconda metà dl '900 ed è stata voluta dal presidente Nasser. Si tratta di un'opera imponente, lunga 3 km e larga, alla base più di 900 metri che dà origine ad un lago lungo quasi 470 km al confine tra Egitto e Sudan.

La diga di Aswan oltre allo sviluppo dell'agricoltura ha permesso anche la crescita della produzione di energia e la regolarizzazione delle acque del Nilo ha consentito lo sviluppo del turismo (le famose crociere sul Nilo) e dell'industria permettendo la creazione di migliaia di posti di lavoro. Gli svantaggi della costruzione della diga sono sostanzialmente tre e non di poco conto: la scomparsa del limo lungo il corso del fiume, che ha come conseguenza la necessità di utilizzare molti concimi chimici per lo sviluppo dell'agricoltura a valle della diga; la salinizzazione del terreno a sud del lago Nasser; la distruzione della cività nubiana. Delle tre, quest'ultima è sicuramente la più grave. La gente nubiana, dai tratti somatici egiziani, ma con un colore di pelle più scuro, abitava le terre sommerse dalle acque del lago e ha visto scomparire tutti i propri villaggi e la propria storia. Si tratta di una cultura antica e fortemente radicata, che ancora oggi parla una propria lingua non scritta ed ha un forte senso di appartenenza che la porta a formare piccole comunità anche nelle città (come ad esempio al Cairo) dove le persone hanno dovuto trasferirsi alla ricerca di un lavoro. Soprattutto negli anziani, il ricordo di quanto perduto tra le acque del lago è ancora oggi fonte di grande nostalgia.

Come tutte le risorse più importanti del Paese, la diga di Aswan è zona militare in quanto rappresenta un elemento strategico per la nazione. In connessione con la diga, è in via di realizzazione un progetto di utilizzo delle acque del lago che avrà un grande impatto sull'Egitto del futuro: la costruzione di un grande canale di irrigazione (un "secondo Nilo") che, partendo dalla zona di Abu Simbel dovrebbe arrivare fino ad Al Alamein permettendo di bonificare una importante area di deserto.

h. 11.50 - Tempio di Philae
E' un tempio dell'età tolemaica (greco-romana) costruito sull'omonima isola oggi sommersa dalle acque del lago Nasser. La costruzione della diga di Aswan e l'innalzamento delle acque del Nilo, hanno infatti reso necessario lo spostamento di numerosi templi e siti di grande importanza storica e artistica, spostamento realizzato attraverso un'imponente collaborazione internazionale che ha permesso di smontare e rimontare in luoghi più sicuri i principali siti che sarebbero scomparsi sotto il livello delle acque. (Nubia, l'arte salvata).

Per quanto l'attuale struttura presenti le caratteristiche tipiche dell'architettura e dell'iconografia tolemaica, il tempio di Philae è molto più antico e fu più volte riadattato. L'intero sito è composto da più edifici che vanno dalla I alla XXX dinastia, costruiti interamente in arenaria, materiale abbondantemente reperibile e di più facile utilizzo rispetto al granito, anch'esso particolarmente abbondante nell'area. Si tratta probabilmente del tempio più romantico di tutto l'Egitto.

La costruzione dei templi partiva sempre dal santuario (a cui aveva accesso unicamente il gran sacerdote), procedendo poi verso i vestibili, i cortili e l'entrata vera e propria sormontata dal pilone. Nei templi di culto, rivolti tutti verso oriente, l'intera costruzione era predisposta in modo che il sole penetrasse con precisione dal pilone fino al santuario, per portare la luce del mattino al contatto con la divinità. Un aspetto importante dell'architettura egizia, fondamentale per comprenderla pienamente è che è tutta in funzione della morte e di ciò che avverrà dopo di essa. Il faraone, da questo punto di vista, rappresenta il medium tra il mondo della vita e quello che verrà dopo la morte e il suo transito permetterà l'accesso anche a tutti coloro che lo hanno servito. La mummia, le statue, le rappresentazioni, i cartigli, sono tutti strumenti che serviranno all'anima per ricongiungersi il corpo. Questo aspetto assume una particolare importanza in quanto capita spesso (e il tempio di Philae ne offre una testimonianza) che le immagini e i cartigli dei faraoni presenti all'interno dei templi e delle tombe siano picchiettati e distrutti dai propri nemici. La distruzione delle immagini (e in particolare del viso e del cartiglio), infatti, impediva il ricongiungimento tra anima e corpo. A questi scempi, purtroppo, non si sottrassero neppure le prime comunità cristiane che a Philae, come in altri luoghi, riutilizzando gli antichi templi faraonici come luoghi di culto, ne hanno danneggiato tutte le immagini che non avevano riferimento con il cristianesimo.

Nel cortile del tempio di Philae (dove aveva accesso il popolo) le colonne presentano profondi solchi. Questi erano prodotti dalle donne che visitavano il tempio chiedendo il dono della fertilità, che scavavano con le mani e con le unghie le colonne e i muri perimetrali.

h. 13.00 - Tempio di Philae
Al termine della visita ci fermiamo sull'isola per una riflessione di don Silvio sul tema dell'acqua nella Bibbia

h. 16.15 - Aswan
Siamo a bordo di una feluca che sta solcando silenziosamente il Nilo attorno all'isola di Elefantina dove è posto il nostro albergo. Si è alzato il canto del Muhazin che ha intonato la preghiera del pomeriggio. La nostra feluca è spinta dalla corrente contro le altre barche ormeggiate lungo la riva e il nostro timoniere cerca di usare questi appoggi per rilanciare la navigazione. Non c'è vento. Dobbiamo farci trascinare da una barca a motore. Intanto abbiamo una scorta di bambini che a nuoto o sulle camere d'aria cantano a squarciagola in italiano o in francese, chiedendoci un euro e facendosi trascinare dalla barca. Fino ad ora, qui ad Aswan, a parte l'assalto di bambini e ragazzini che vendevano collane e braccialetti alla partenza per l'isola di Philae, non ci sono state richieste assillanti di marce, come era successo per i facchini all'aeroporto del Cairo. In ogni caso Fauzi ci ha detto di non dare mance a nessuno. Se ne occuperà direttamente lui, anche per evitare liti tra chi le riceve e assalti di gente che chiede e vuole vendere qualsiasi cosa, che rischiano di bloccarci il cammino.

h. 21.05 - Aswan
Il pomeriggio è stato splendido, con la visita dell'isola di Elefantina e la lunga navigazione in feluca. I resti dell'antica città (dove aveva sede anche una delle prime comunità cristiane) sono quasi interamente in mattoni fatti con la paglia e con il limo, che hanno resistito a più di 2000 anni di storia. Dal punto più alto del sito archeologico il panorama è stupendo. Colori magnifici , la vita che esplode nel deserto.

Mentre eravamo a bordo della feluca è salito un ragazzo nubiano di grande simpatia che, dopo averci fatto cantare al ritmo del suo tamburello, ci ha esposto la sua mercanzia di collane e oggetti nubiani.

Alle 19.00 abbiamo celebrato messa (in due tempi perché quando siamo entrati in chiesa si era già all'omelia, per cui abbiamo recuperato la liturgia della parola in sacrestia al termine della celebrazione) dai padri Comboniani di Aswan.

h. 22.05 - Aswan.
Terminata la cena guadagniamo velocemente le stanze. La sveglia è alle 03.00 per andare ad Abu Simbel. Saremo inseriti in un convoglio scortato dalla polizia, che ha preso queste misure di sicurezza dopo l'attentato di Luxor del 1997 in cui sono morti più di sessanta turisti. In queste prime ore, abbiamo potuto notare come la presenza della polizia e dei militari sia diffusissima su tutto il territorio. In tutti i siti che abbiamo visitato, così come in ogni albergo, sono installati metal detector e sono presenti militari armati. Non si respira però un'aria di repressione militare. Mi sembra più una presenza simbolica che dà un senso di forte controllo sociale, ma senza una reale severità.

Dal punto di vista lavorativo, gli egiziani mi sembrano un popolo che si dà molto da fare, anche se risente del forte intervento dello stato nell'economica e di una struttura produttiva che per alcuni aspetti non sembra dare sbocchi o speranze alla popolazione. Questa mattina, la barca che ci ha portato al tempio di Philae era guidata da un ragazzo che avrà avuto quattordici anni. Negli occhi mi sembrava di leggergli la malinconia di chi non vede un futuro diverso nella sua vita.