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La clonazione del Nilo
Il governo egiziano ha interpretato positivamente i risultati ottenuti con la costruzione delle dighe di Aswan ed ha approvato un progetto idraulico ancora più grandioso, denominato Nilo bis, che è attualmente in corso di realizzazione .
La clonazione del Nilo Un nuovo grande progetto idraulico è in via di attuazione nel Deserto occidentale dell'Egitto.
La grande opera prevede di deviare parte delle acque del Nilo che confluiscono nel Lago Nasser verso la depressione di Qattara ( situata a 135 metri al di sotto del livello del Mare), passando per le oasi di Kharga, Dakhla e Farafra.
Un canale lungo 1.400 km, largo 30 metri e profondo sette attraverserà il deserto convogliando le acque verso Qattara ,che diventerà un grande lago, e verso le turbine di una grande centrale idroelettrica che dovrebbe produrre 10 miliardi di kilowattora.
Il tracciato è quello di un ramo preistorico e ormai morto del Nilo partendo da una stazione di pompaggio sulle rive del lago Nasser il canale si dirige verso nord-ovest verso le oasi di Baris, Kharga Dakhla, Farafra e Bahariya e raggiunge quindi il mare dopo circa 1000 km.
Il progetto si inserisce in un ampio programma di sviluppo agricolo promosso dall'Egitto, con l'aiuto della Cooperazione Internazionale (L' ENI è una delle principali aziende coinvolte)
Il nuovo canale permetterà l'irrigazione delle aride terre del Nord (circa il 40% del territorio egiziano) dove potranno svilupparsi nuovi insediamenti a formare quella che il governo Egiziano chiama "la nuova civiltà" in contrapposizione ma parallela a quella carica di gloria della vecchia valle.
La realizzazione del canale, che ripropone a grande scala le foggara , canalizzazioni tradizionali del deserto, influirà sul regime del basso corso del Nilo e quindi sulle economie che vi ruotano attorno.
Si ridurranno gli apporti idrici del Nilo a valle della diga di Assuan, una minore quantità di sedimenti raggiungerà il delta che, nel medio periodo, subirà un lento arretramento.
Trattandosi dell'area agricola più fertile e densamente popolata dell'Egitto, le preoccupazioni della popolazione autoctone sono giustificate.
Nelle oasi toccate dal faraonico progetto sono già giunti investimenti per l'apertura di aree industriali, di aree estrattive (fosfati), di strutture di collegamento (strade ed aeroporti) nonché di fattorie pilota per cercare di spalancare alla vita ed al turismo arre che fino ad una ventina di anni fa erano irraggiungibili.
Il canale e' stato iniziato ma i lavori avanzano a rilento per gli innumerevoli problemi riscontrati sia di carattere tecnico che di carattere ambientale.
Il progetto è iniziato nel 1998 e si prevede per ora la conclusione nel 2017. I costi si aggirano attorno ai 1.2 milioni di dollari. Per ottobre 2002 era prevista la conclusione della prima fase.